Vi siete mai chiesti il significato delle espressioni “fare un lavoro certosino” o “avere una pazienza da certosino”? Per capire l’origine di questi modi di dire oggi vi portiamo alla Certosa di Pavia.
Dove si trova? Ovviamente vicino a Pavia, esattamente nel comune omonimo di Certosa di Pavia a circa otto chilometri dal capoluogo. Stiamo parlando di un complesso monumentale storico che comprende un monastero e un santuario costruito nel XIV secolo e affidato alla comunità dei monaci certosini, uno degli ordini monastici della Chiesa Cattolica.
Alla Certosa ci si arriva facilmente seguendo le numerose indicazioni stradali ben posizionate. Nei pressi della nostra meta un ampio parcheggio (a pagamento) permette di lasciare l’auto per procedere a piedi lungo il viale che porta all’ingresso del complesso. Varcato l’ingresso delle mura appare imponente di fronte a noi la maestosa facciata in marmo del santuario che si affaccia su un giardino interno dalle siepi basse. Noi abbiamo visitato la Certosa in un lunedì di Pasquetta dal tempo incerto. Il timido sole che batteva sulla facciata dava un aspetto rosato alla costruzione rendendolo molto simile al vicino Duomo di Milano.
Entriamo. L’architettura interna è imponente caratterizzata da volte a sesto acuto con affreschi e decorazioni in ogni dove. La zona più caratteristica è l’abside, il cuore della chiesa, accessibile solo in gruppi con una visita guidata. Il tutto è gestito dai pochi monaci che ancora risiedono nel monastero. Diciamo che l’organizzazione non è il loro forte… Abbiamo dovuto aspettare in un ammasso di gente il nostro turno per iniziare il tour guidato in un gruppo di circa duecento persone. Non c’è modo di prenotare la visita o di acquistare un biglietto per un orario. Chi prima arriva meglio alloggia. Il monaco che ci guida è gentile e preparato. Senza annoiare spiega con accenni storici quello che vediamo attorno a noi. Affreschi storici e intarsi nel legno tutti originali ci mostrano la laboriosità e la pazienza che hanno avuto i monaci certosini per realizzare queste splendide opere d’arte. Ecco perché quando diciamo “questo è un lavoro da certosino” alludiamo ad un lavoro lungo e di precisione dove ci vuole davvero tanta tanta pazienza.
Dal santuario ci spostiamo al monastero. La passeggiata procede attraversando un magnifico chiostro di mattoni rossi che accoglie al sui interno una fontana ed un curato giardino di siepi. Si respira una pace ed un silenzio che solo i chiostri dei monasteri sanno donare. Un vero luogo di meditazione. Ci lasciamo alle spalle affreschi e opere in terracotta per arrivare ad un successivo chiostro, il chiostro grande. La sorpresa è quella di trovarsi all’interno di un luogo semi-aperto che con le sue 122 arcate avvolge un immenso giardino di 125 metri di lunghezza. Attorno troviamo gli ambienti di vita dei monaci, 24 celle, delle vere e proprie casette ognuna costituita da tre stanze e un giardino privato dove i monaci vivevano in completa solitudine.
All’uscita non poteva mancare il tipico negozietto da monastero con liquori, caramelle, confetture e tisane create dalle mani pazienti dei monaci. La visita guidata che abbiamo fatto è gratuita. Si può lasciare un’offerta al monaco cicerone per supportare il mantenimento del sito.
La Certosa di Pavia è un complesso che vale veramente la pena di visitare. Un insieme di panorami e di atmosfere contrastanti. La povertà della vita monacale, insieme all’atmosfera meditativa dei chiostri e la maestosità del santuario decorato fanno della Certosa una delle chiese più belle d’Europa.